La Pia Confraternita di Misericordia di Rapolano venne costituita con delibera del 18 dicembre 1864 dal Consiglio della Compagnia di S. Maria delle Nevi e di S. Sebastiano, che decise di "trasmutarsi" in "Compagnia di Misericordia".
Questa trasformazione fu approvata dalla Curia Aretina con decreto del 4 maggio 1865 e da un'ordinanza ministeriale dell'8 agosto di detto anno. Fino al 1785 le due compagnie di S. Maria delle Nevi e di S. Sebastiano erano divise e così sono ricordate nei documenti conservati presso l'archivio comunale di Rapolano, intorno alla metà del Cinquecento.
Troviamo la prima citazione della Compagnia di S. Maria delle Nevi nel registro degli allirati della comunità di Rapolano, nell'anno 1561, in quanto proprietaria di un pezzo di terra . Il successivo documento dove vengono citate le due compagnie riguarda la visita apostolica fatta da Mons.
Angelo Peruzzi, vescovo di Sarsina, il 6 e 7 maggio 1583. La compagnia di S. Maria delle Nevi possedeva all'epoca, oltre al proprio oratorio situato all'interno delle mura, terreni che le procuravano un reddito annuo di stara 40 di frumento.
La compagnia di S. Sebastiano possedeva invece soltanto l'oratorio situato fuori dalle mura, come si può ammirare nel bel quadro, posto nella sala capitolare della Misericordia, dove è rappresentato il martirio del Santo, con il disegno del castello di Rapolano e, fuori le mura, l'oratorio suddetto.
Fino all'anno 1785 le due compagnie sono due enti autonomi. Ma proprio in quell'anno il granduca Pietro Leopoldo decretava la soppressione di tutte le Confraternite.
Con l'allontanarsi, nel 1790, del granduca, andato a Vienna come imperatore, questi provvedimenti furono osservati con meno rigore e con la ‘legge del 30 giugno 1790 il Consiglio di Reggenza consentì all'episcopato toscano di far rinascere le confraternite laicali’ . Dal 1790 al 1792 non abbiamo alcuna notizia sulla trasformazione che stavano preparando le due compagnie, ma nel libro dell'entrate e uscite del 1792 le ritroviamo ormai riunite. Le soppressioni operate nel periodo napoleonico (1809) interruppero ancora una volta le attività della compagnia. Il 4 aprile 1813 la stessa viene ripristinata e così viene descritto questo avvenimento:
"Nel nome SS.mo di Dio, e della SS.ma Vergine delle Nevi, e di S. Sebastiano, e così sia, l'anno 1813 il dì 4 aprile, giorno della ripristinazione della nostra venerabile Compagnia. Alle premure del Reggimento nostro, molto reverendo Sig.re Don Giuseppe Mori arciprete, e confratello, fu adunato il Consiglio in nostra Compagnia in n° fratelli 64, che fatto uno zelante, e ragionato discorso dal medesimo ove fece vedere il suo desiderio per riaprire la nostra compagnia, pronto a restituire tutto quello che riteneva di proprietà della medesima, e che per ordini dei superiori fino da mesi 18 le fu consegnato dal priore di quel tempo, sig.re Pietro Menichini, si rendeva egualmente pronto di prestarsi all'organizzazione della medesima, e a tutto quello che era di necessità al nostro santo luogo".
Con delibera del 18 dicembre 1864 fu proposto di aggregare alla Compagnia di Maria SS. delle Nevi la Confraternita di Misericordia, che era stata accolta, come congregazione, all'interno della chiesa già dal 30 luglio 1843. Furono incaricati due sacerdoti, Don Antonio Menchini e Don Giovanni Montini, di compilare le nuove Costituzioni, approvate all'unanimità nell'adunanza del 15 gennaio 1865.
Con decreto dato in Firenze l'8 giugno 1865 il Guardasigilli Ministro Segretario di Stato per gli affari di Grazia e Giustizia e dei Culti approvò questa trasformazione.
Con l'annessione della Toscana al Regno d'Italia le confraternite erano state sottoposte alla nuova legislazione (legge sulle Opere Pie del 3 agosto 1862).
Veniva di fatto abolita l'ingerenza ecclesiastica nell'amministrazione e nel governo di questi enti, sancita dal Concilio di Trento, e ad essa si sostituiva quella dello Stato, della Provincia e del Comune . Nella delibera dell'8 maggio 1871 il Presidente informava il Magistrato sul progetto di cambiamento del titolo della Confraternita di Misericordia di Rapolano in Pia Associazione e di sottoporla alle prescrizioni della legge del 3 agosto 1862.
Era stato richiesto parere all' Arciconfraternita di Misericordia di Siena e così si era reso necessario che la fratellanza inviasse domanda alla Deputazione Provinciale e si assoggettasse alla sua tutoria autorità, cambiando il titolo di Venerabile Confraternita in quello di Pia Associazione o Società . La legge del 17 luglio 1890 privò le confraternite del loro patrimonio, immobile e redditizio, che avrebbe dovuto devolversi a scopi di pubblica beneficenza e concentrarsi nelle Congregazioni di carità.
A Rapolano la Misericordia era l'unica istituzione di carità esistente; così nell'adunanza del Magistrato dello stesso anno venne deliberato di inviare istanza al Ministro dell'Interno affinché da confraternita fosse promossa Opera Pia . Dopo un secolo di grandi trasformazioni (ultimo atto fu l'approvazione da parte del Magistrato, in data 26 maggio 1892, del nuovo Statuto e Regolamento) per la Confraternita di Misericordia è seguito un secolo che ha prodotto senz'altro minori cambiamenti: lo statuto del 1892 infatti è stato in vigore fino al 1993, ma in questi ultimi anni sono state apportate grandi modifiche alle funzioni tradizionali della Misericordia, in ultimo l'assegnazione del servizio di pronto intervento aderente al Servizio Sanitario Nazionale e facente riferimento al numero telefonico 118; un traguardo certamente importante per il comune di Rapolano Terme.
Le Notizie sull'archivio della Misericordia sono veramente scarse, non essendo stato fatto mai prima d'ora un inventario, perlomeno come oggi è inteso. Abbiamo trovato un'unica nota, con la quale F. Meocci consegnò, il 12 dicembre 1864, al priore della Compagnia di Santa Maria delle Nevi registri e altre carte appartenute alle Compagnie di S. Maria delle Nevi e S. Sebastiano . Un inventario, se pur sommario, fu pubblicato da Sandro de' Colli nell`Archivio Storico Italiano del 1956”.
L'inventario attuale è composto da XI serie più un'appendice, dove sono stati segnalati i libri e gli opuscoli a stampa. I documenti delle due compagnie di S. Sebastiano e di S. Maria delle Nevi sono stati considerati come facenti parte dell'archivio della Confraternita di Misericordia, in quanto proprio queste due Compagnie le hanno dato vita. Per l'inventariazione di questo materiale archivistico sono occorsi circa due anni. La situazione iniziale, anche se l'archivio era stato conservato in soddisfacente stato, si presentò abbastanza complessa, in quanto i documenti non erano stati archiviati per serie omogenee ed aperte, ma solo raccolti in fascicoli ad annum; pertanto si è dovuto ricostruire le antiche serie, seguendo il metodo storico.
Le pagine dei registri sono state numerate dove occorreva e in ultima analisi possiamo complimentarci con la Confraternita di Misericordia per aver conservato il suo archivio completo in quasi tutte le serie. Altro materiale archivistico prodotto dalla Confraternita o dalle Compagnie che la precedettero, allo stato attuale delle nostre conoscenze, si può trovare presso l'Archivio di Stato di Firenze nel fondo delle Compagnie soppresse da Pietro Leopoldo e nell'archivio comunale di Rapolano Terme nel fondo Archivi Aggregati, Opere Pie e Confraternite.
Un ringraziamento particolare al Prof. Giuliano Catoni che ci ha guidato con i suoi preziosi consigli, indispensabili per portare a termine questo inventario.
Un ringraziamento di vero cuore agli amici che hanno lavorato con me dividendo le gioie e le amarezze in questi due anni, durante il riordino dell'archivio della Misericordia: Ilva Attempati, Anna Borelli, Cecilia Manganiello, Marco Randellini.
Un grazie anche a quanti hanno favorito con il loro aiuto la stesura di questo inventario.
Un grazie, infine, ai dirigenti della Misericordia, che con piena fiducia ci hanno affidato il loro archivio.
Saverio Bonichi
"STEMMA DELLA MISERICORDIA"
dipinto su tavola cm. 86 x 64, 1868
All’interno di uno scudo ovale vi sono tre cartigli, due dei quali sormontati da un mascherone e raffigurano rispettivamente, il monogramma della Vergine, che fa riferimento alla Compagnia di Santa Maria delle Nevi, e la M di Misericordia sormontata da croce; il terzo cartiglio che ha la forma leggermente diversa dagli altri due, mostra una rapa, simbolo di Rapolano.
I tre cartigli sono legati insieme da un nastro azzurro, color del cielo, sormontati da una corona. In basso l’iscrizione riporta “A Rapolano CEBC donò”; sul ricciolo del cartiglio con il rapo è dipinto l’anno “1868”. L’ordine di pagamento del 19 maggio 1868, riporta l’uscita di cassa per l’acquisto del medesimo: “In debito il Sig. Federico Atticciati, Camarlingo della Ven. Confraternita di Misericordia di Rapolano pagherà al Sig. Celso Beccarini Provveditore di detta Confraternita lire trenta e centesimi cinquanta per rimborso di altrettante spese, come dalle due ricevute annesse al presente mandato...”.
Una delle due ricevute annesse dell’11 maggio 1868 riporta: “Sono lire italiane ventitre che io sottoscritto ricevo dal Sig. Celso Beccarini Provveditore della Confraternita di Misericordia di Rapolano, in saldo di mio avere per fattura di uno stemma per detta Confraternita, e il tutto a mio figlio Paolo dal medesimo incaricato…”(A.M.R., V.D.7, Affari amministrativi) aggiungendo nella stessa ricevuta 50 centesimi pagati al fabbro e la firma “Saverio Bonichi saldato nei nomi”; l’altra ricevuta allegata fa riferimento al legno “fattura dello Stemma per la Misericordia A legniame di mio £.7” firmato “ Emilio Martini Faligniamo…”.
Si spiega così che nella Confraternita da poco costituita era necessario qualcosa che la rappresentasse nella maniera più eccellente e il Provveditore Celso Emilio Beccarini Crescenzi, come riportano le iniziali sullo stemma, volle provvedere all’acquisto di tale opera.
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